Conosciamo La Cooperativa Sociale Pepita e il progetto A Modo Tuo – Dall’abbigliamento all’identità e Viceversa.

Il laboratorio A Modo Tuo promuove attività di creazione individuale del proprio outfit, a partire dal vestiario disponibile. I ragazzi sono chiamati ad accessoriare, modificare, ricucire i capi d’abbigliamento scelti, al fine di esprimere la propria emotività e/o la propria personalità.

Il Progetto inizia il primo semestre 2023 ed aggrega oratori e centri giovanili delle aree provinciali di Milano, Monza-Brianza e Como, con coinvolgimento di oltre 60 adolescenti di età compresa tra i 14 e i 25 anni.

Il laboratorio ha l’obiettivo di costruire consapevolezza attorno a temi quali: espressione di sé e della propria immagine; consapevolezza della propria immagine; approfondire il rapporto con il proprio corpo; riflettere sui canoni di bellezza proposti dai media.

Obiettivi di medio lungo termine sono inoltre volti alla scoperta della propria identità, autoaffermazione e risalto di altri elementi di carattere personale di tipo intrinseco e di genere.

La nostra azienda accoglie da sempre proposte di collaborazione e supporto di progetti di questo tipo, destinando parte dei propri materiali tessili a progetti interessanti e costruttivi come questo. Supportiamo il progetto destinando materiali tessili di scarto quali ritagli di tessuto di diverse dimensioni, colore e stampa, scampoli di produzione, rimanenze di campionario.

Chi sei e cosa fai. Cos’è Pepita? Qual è la vostra filosofia? Cosa vuol dire essere una Cooperativa Sociale per voi?

Sono Andrea Longoni, educatore professionale e studente di scienze pedagogiche presso l’Università degli studi di Milano Bicocca.

Pepita O.N.L.U.S. è una cooperativa sociale senza scopo di lucro che si impegna a lavorare al fine di sviluppare e implementare lo stato di benessere delle persone.

La nostra filosofia si basa sull’etica dell’ascolto dei contesti e delle persone con cui lavoriamo, in un’ottica assistenziale e non istruttoria. Il nostro obbiettivo non è insegnare far emergere e potenziare quanto di buono si trova nelle persone. Attiviamo processi di riflessione che mescolano esperienza e pensiero riflessivo.

Qual è l’idea alla base del Laboratorio di Espressività Giovanile e quali sono gli obiettivi principali?

Alla base c’è la presa di coscienza di un problema che sta affliggendo molti adolescenti di quest’epoca: la formazione in loro di un’identità fragile e non ben definita. Da una ricerca effettuata sullo stato di benessere degli adolescenti durante il lockdown, continuata poi nel post, i primi dati non lasciano trasparire una situazione rosea. Alla domanda: “inizio la maggior parte dei giorni pensando che sarà una bella giornata” il 53,37 % degli adolescenti intervistati (su un totale di circa 500 giovani) ha risposto: per nulla vero / poco vero, evidenziando un malessere diffuso. Molto spesso gli adolescenti si sentono inadeguati, inadatti, “non abbastanza” per rispondere alle sfide che la vita gli pone dinanzi nel loro percorso. Più di ogni altra cosa, hanno una profonda paura di fallire.

Ovviamente come cooperativa non abbiamo la ricetta dell’identità perfetta, ma ci affianchiamo ai ragazzi e alle loro storie per addentrarci insieme in quell’oscura caverna che è l’interiorità dell’umano che spesso spaventa, ma nasconde i tesori più belli.

Crediamo che un progetto di espressività possa aiutare i giovani a scoprire e prendere coscienza della propria identità attraversando due nodi principali: la sperimentazione della scelta e della libertà. Crediamo che far sperimentare ai giovani l’essere liberi di scegliere e la libertà espressiva possa aiutarli a definire meglio quella che è la loro identità, sviluppando la consapevolezza rispetto a quello che gli piace e a quello che gli fa bene, dandosi anche la possibilità di rallentare ed entrare in contatto con la propria interiorità.

Come la moda secondo voi influenza il mondo giovanile? Quali sono gli spunti costruttivi che essa offre ai ragazzi?

La moda ha sempre portato con sé un fattore identitario importante influenzando le identità dei giovani e dando loro una vera e propria etichetta, ad esempio gli hippie, i punk ettari, i metallari ecc.

Oggi invece si osserva una inclinazione diversa della moda. Con l’avvento dei social i giovani sono costantemente investiti di immagini, pubblicità e condizionamenti dal mondo esterno. Questo continuo influsso di informazioni non lascia tempo ai ragazzi di appartenere a un gruppo. I giovani d’oggi sono più fluidi, educati all’etica della performance e dei like, sperando di piacere al più alto numero di persone possibile. Esattamente come quando postiamo su Instagram o Facebook speriamo di ottenere il più alto numero di like possibili no? Se ci caschiamo noi adulti pensate i giovani…

Come pensate che il laboratorio possa contribuire al benessere dei propri partecipanti?

In primis daremo agli adolescenti uno spazio di riflessione personale su diversi temi ad esempio il rapporto con il proprio corpo; che messaggio voglio veicolare con il mio stile; quali storie porto nel mio bagaglio di vita. Risulta prezioso prendersi del tempo per far emergere quelle che sono le proprie emozioni, i propri vissuti e la propria storia al fine di ricercare in questi elementi il senso del proprio essere, i desideri e le aspettative che si hanno sulla propria vita.

In seconda battuta faremo sperimentare agli adolescenti la possibilità di modificare l’immagine percepita da loro stessi attraverso la modificazione pratica di tessuti ed abiti. Facendo lavorare i ragazzi sul loro modo di vestire e sull’immagine che trasmettono, lavoreremo in contemporanea anche sull’immagine che essi stessi percepiscono di loro stessi. L’obbiettivo del laboratorio è lavorare sulle immagini che influenzano in maniera significativa il nostro modo di porci nei confronti degli altri e del mondo. Nel momento in cui io conosco la mia interiorità fatta di gusti, fragilità limiti e potenzialità sarò capace di rivisitare e ricontemplare l’immagine di me stesso la quale, sommata al resto delle componenti interiori, andrà a formare l’identità soggettiva.

La missione è che i ragazzi possano arrivare ad innamorarsi del mondo della moda assaggiandone le tecniche, le modalità di lavoro e le prospettive per il loro futuro professionale.

È piaciuto ai ragazzi sentirsi un po’ stilisti? Potrebbe nascere qualche giovane talento tra loro.

Assolutamente sì, i ragazzi hanno risposto in maniera entusiasta all’iniziativa. Superato l’imbarazzo iniziale si sono messi subito in gioco nella realizzazione pratica e nel lavoro sui tessuti. Alcuni di loro hanno dimostrato una spiccata fantasia nel confezionare abiti e modificarne altri, esponendo al massimo loro stessi e la propria storia. Ci manca un po’ di tecnica ovviamente, ma fantasia, voglia di esprimersi e di mettersi in gioco ne hanno da vendere!

Il vostro è un progetto sociale, ma anche sostenibile, poiché utilizzate materiale di scarto o riuso. Quanto i giovani reputano importante indossare capi che siano anche sostenibili?

Tantissimo, i giovani di oggi sono molto attenti alle tematiche ambientali.

Ci teniamo ad insegnare ai ragazzi a riutilizzare i loro vecchi abiti, magari modificandoli, senza buttarli solo perché scuciti, leggermente rovinati o non più alla moda. Così facendo gli insegniamo anche a non buttare tutte quelle esperienze e relazioni della loro vita che magari hanno qualcosa che non va, esiste sempre un filo, un’idea e un materiale su cui poter lavorare per poter ricucire i vestiti così come le relazioni con le altre persone che, una volta ricucite, acquisteranno ancora più bellezza e significato.

Casual Moment: Pensate di poter creare un’opera d’arte esclusivamente dedicata a noi, frutto di questo fantastico progetto? Noi amiamo l’arte, soprattutto tessile!!!

Dopo questo primo esperimento, con piacere possiamo condividere in futuro un percorso più ampio e profondo dal punto di vista degli obiettivi e altresì del sostegno aziendale. Possiamo immaginare azioni che portino la filosofia Canclini nei contesti educativi e i ragazzi alla scoperta dell’azienda.